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Cenni storici
Con questo titolo “Il Processo Infame” mi si potrebbe accusare di aver dichiarato innocenti i Templari ancor prima di aver esposto i fatti, ebbene, lasciatemi dire una cosa: le accuse rivolte ai Templari sono state viste e riviste, studiate, radiografate, analizzate, confrontate con quelle di altri processi, sono state fatte ipotesi… l’intero processo è stato rivisto milioni di volte e le conclusioni che ne sono uscite fuori sono state sempre le stesse: INNOCENTI.
Ci sono stati anche studiosi che ne sostenevano la colpevolezza (ne parlerò in seguito), ma di fronte all’evidenza anche loro alla fine si sono schierati con gli “innocentisti”. Quindi vi dico una cosa, se trovate scritto da qualche parte che i Templari sono colpevoli vi trovate di fronte a un’idea di minoranza, visto che i più grandi studiosi di storia della Terra hanno messo fuori discussione ogni accusa rivolta contro questo antico Ordine.
Tutta la vicenda ha inizio nel 1305, quando un certo Esquieu De Floryan si presentò al sovrano Filippo IV di Francia riferendo che un Cavaliere Templare cacciato dall’Ordine che gli aveva raccontato le inaudite atrocità che venivano compiute allì’interno dell’Ordine: si rinnegava Cristo all’atto di essere accettati nell’Ordine, si sputava sulla Croce, si praticava la sodomia e si adorava un idolo. Filippo aveva una certa esperienza in lotte contro la Chiesa grazie anche al suo scaltro consigliere: Guglielmo di Nogaret che aveva già arrecato gran danno alla Chiesa con lo “schiaffo di Anagni” a Bonifacio VIII, il quale non trovò pace neanche nella morte: Nogaret fece riesumare il cadavere e lo processò per eresia, accusandolo di una serie di crimini che solo la fantasia di un visionario poteva cacciare fuori, sentite qua: simonia, raggiri, assassinio del suo predecessore, magia e ateismo professo.
De Floryan alla fine riuscì ad incontrarsi con Nogaret che percepì immediatamente quanto quelle informazioni che gli venivano date fossero ad alto potenziale esplosivo. Ormai era specializzato a saccheggiare beni ecclesiastici e annientare un Ordine per il vile denaro non lo preoccupava minimamente. Inoltre aveva forse un motivo in più per agire contro i Templari: i Cavalieri avevano denunciato all’Inquisizione come cataro suo nonno che era stato così bruciato sul rogo… forse aveva anche una certa voglia di vendetta.
Certo però che, come fa un uomo scomunicato da TRE Papi (Nogaret) ad accusare qualcun altro di eresia? Mah, misteri…
Per il momento però aveva in mano ben poco per accusare un intero Ordine, aveva soltanto le affermazioni di un pregiudicato, un testimone quindi abbastanza inattendibile, per giunta anche espulso dall’Ordine. Un po’ pochino…
Si potevano andare a ricercare i Cavalieri cacciati dall’Ordine (nelle ricerche, anche bibliografiche, i collaboratori di Nogaret erano maestri!) che sarebbero stati più che contenti di sottoscrivere qualsiasi cosa in cambio della libertà e di un po’ di denaro, ma Nogaret era troppo scaltro, sapeva che simili testimonianze sarebbero state troppo inverosimili per giustificare l’arresto di più di mille cavalieri.
C’era soltanto una soluzione per ottenere prove sicure ed innegabili della colpevolezza dell’Ordine: TUTTI i Templari dovevano essere sottoposti a tortura e dovevano essere costretti a firmare le deposizioni con il riconoscimento della loro colpevolezza.
Devo ricordare una cosa: l’Ordine Templare godeva del massimo rispetto delle popolazioni dei vari Stati, in più all’interno dell’Ordine c’erano molti figli di nobili: un’azione contro i Templari, senza i dovuti OTTIMI motivi si sarebbe trasformata per chiunque in una disfatta completa, avrebbe attirato contro di se l’odio delle masse, l’odio dei nobili, degli altri sovrani Europei e della Chiesa, che sarebbe potuta arrivare anche ad indire una Crociata contro l’accusatore dei Templari, con conseguenze più che ovvie: l’annientamento.
Quindi se il Re di Francia si fosse azzardato ad incolpare ed arrestare i Templari per futili ragioni molto probabilmente avrebbe fatto una gran brutta fine!
In questo contesto entra in gioco l’astuzia di Nogaret che per la prima volta nella storia (penso) percepì l’importanza dell’opinione pubblica: riporto fedelmente una parte del libro “I personaggi della storia medievale”: Come osservò Gaetano Salvemini in tempi non sospetti (uno storico che riprese la questione Templare nei primi anni del ‘900) a proposito della campagna d’opinione orchestrata da Nogaret contro il Tempio, tacciato dalle colpe più incredibili con “un cumulo di accuse calunniose, ridicole, assurde”, il ministro di Filippo il Bello aveva compreso “meravigliosamente l’infantile psicologia popolare” e che “al popolo, questo eterno fanciullone, bisogna raccontarle proprio grosse perché la beva più facilmente”.
Devo dire anche un’altra cosetta: Filippo IV molto probabilmente aveva visto il tesoro dei Templari e quindi sapeva pressappoco le grandi quantità di ricchezze da loro possedute.
Il 14 settembre 1307 venne deliberato l’arresto dei Templari e già il 22 dello stesso mese giungevano ai procuratori del Regno i decreti che ordinavano di tenersi pronti con tutti gli uomini in armi per l’alba del 13 Ottobre.
I decreti prevedevano che, dopo l’arresto, bisognava stabilire la verità ad ogni costo, anche ricorrendo alla tortura; a chi rilasciava le confessioni sul verbale andava promessa la piena assoluzione (!!!), coloro che negavano andavano minacciati di morte. Questo è incredibile! Come poteva il Re promettere l’assoluzione ai peccatori e viceversa minacciare di morte chi non confessava?
Questo è uno stupro del Diritto, in nessuna parte del Mondo, in nessuna epoca in nessuna ideologia o cultura è mai stata permessa una simile cosa! Come a dire: “non ce ne importa niente se i Templari sono o no colpevoli di eresia, vogliamo solo la dichiarazione firmata”! Ma è assolutamente incredibile! Ve ne rendete conto da soli no?
Il 13 Ottobre comunque l’azione fu fatta e in una volta sola furono imprigionati tutti i Templari di Francia, persino i rappresentanti del Tempio presso la Curia pontificia. Vennero presi all’alba, in un agguato assolutamente inaspettato. Le accuse che gli venivano rivolte contro sembravano impossibili e assolutamente inaspettate, anche per questo i Templari non reagirono, visto che avevano la coscienza pulita e erano sicuri che tutto si sarebbe risolto subito e che si sarebbe chiarito l’equivoco. La loro fede era indistruttibile, purtroppo non sapevano, invece, che quella stessa Chiesa che loro tanto adoravano (guidata però da un uomo debole e prigioniero del Re di Francia) e di cui si fidavano l’avrebbe lasciati in pasto ad un Re bramoso di denaro.
I Templari furono imprigionati nelle loro stesse fortezze e interrogati dai carnefici del Re.
Fu presentata ai Templari una lunga lista di misfatti che da tempo sarebbero stati abituali nell’Ordine. A chi confessava veniva promessa la libertà, il perdono e una pensione ordinaria attinta dai beni dell’Ordine !. Si doveva soltanto adempiere alla piccolissima formalità di sottoscrivere le proprie affermazioni di colpevolezza sotto giuramento. Chi invece si intestardiva col negare le accuse veniva invece messo alla ruota, una, due, tre volte al giorno,
finché non confessava ….. o moriva. Non tutti ce la fecero a sopportare le torture e molti firmarono i documenti con le mani insanguinate.
A proposito, devo elencare i capi d’accusa! I più importanti furono: aver rinnegato Cristo, aver sputato sulla Croce, sodomia e idolatria.
La storia ci conferma senza ombra di dubbio che l’aver rinnegato Cristo e aver sputato sulla Croce sono due accuse altamente insostenibili! I
Templari fatti prigionieri durante le Crociate spesso si rifiutavano di rinnegare il Redentore per avere salva la vita! Furono massacrati senza pietà dai musulmani che per loro non si aspettavano mai di ricevere un riscatto!
Anche allora avrebbe dovuto impressionare il fatto che qualche anno prima a San Giovanni d’Acri furono uccisi circa 150 Templari che morirono per salvare la vita agli altri Crociati fungendo da retroguardia, ma anche per quel Cristo che ora li si accusava di rinnegare! Per non parlare di tutti gli anni in cui combatterono in TerraSanta insieme ai Crociati, lasciando sul campo migliaia di uomini, per difendere il nome di Dio. Come si può accusarli di rinnegarlo? Avrebbero sacrificato tante vite per cosa? Anche la sodomia è una pura invenzione, come l’idolo, di cui stranamente
Nogaret non presentò nessuna prova al Processo, perché? Si poteva far sfuggire una prova tanto schiacciante?
La domanda però sorge spontanea: se i Templari erano colpevoli, come avevano fatto a celare per ben due secoli (stando gomito a gomito con l’intera società, di cui avevano costituito parte eminente, presenti nelle maggiori solennità) quegli orribili misfatti? Come avevano fatto a tenere nascosta la loro “diversità” rispetto alla restante popolazione cristiana? Anche a questi legittimi interrogativi le accuse mosse al Tempio avevano pronta risposta: I Milites Christi erano un’associazione segreta, i cui adepti erano tenuti, a cosato della vita, a conservare il più assoluto silenzio sulle pratiche occulte e sulla dottrina esoterica dell’Ordine. Non solo, ma tutto il rituale veniva coperto con misure di sicurezza; infatti erano ammessi soltanto i “fratelli” e le porte dei locali dove avvenivano le iniziazioni e gli avanzamenti di grado erano serrate e sorvegliate in modo che nessuno potesse entrare, scorgere o sentire qualcosa; allo stesso scopo sul tetto erano poste delle sentinelle.
E’ facile intuire come tale segretezza ispiri le fantasie più incredibili, fantasie che si trasformarono in accuse durante il processo: in quei riti (a cui nessuno poteva assistere tranne che i Templari come ho appena detto) vennero inserite tutte le eresie e i reati possibili di quel tempo.
Devo ricordare ancora una volta (non mi stancherò mai) che l’Inquisizione interrogò i Templari DOPO che questi erano stati “preparati” dalla regia polizia e DOPO che furono costretti a confessare le loro colpe sotto giuramento e soprattutto sotto tortura! Gli esiti delle inchieste preliminari furono poi usati dal procedimento ecclesiastico, che si trovò di fronte ad ammissioni di colpevolezza. L’unica colpa dei Tribunali ecclesiastici è che non tennero in considerazione i modi brutali con cui quelle confessioni erano state estorte.
Il 22 Novembre il Papa emanò il fatale decreto, sollecitava tutti i principi Cristiani ad arrestare i Templari. Nei vari Stati d’Europa ci furono varie risposte, ma soltanto in Aragona e in Italia i Templari furono perseguitati come in Francia, negli altri Stati furono trattati degnamente e prosciolti da ogni accusa.
A questo punto vengono ascoltati i Templari e le loro confessioni sono delle più commoventi. Devo premettere che le dichiarazioni dei Templari in aula furono tutte registrate e quindi sono originali! Come adesso anche a quei tempi le dichiarazioni venivano messe agli atti, quindi venivano accuratamente conservate.
Inizialmente fu interrogato il Gran Maestro, Giacomo de Molay che alle accuse di sodomia rispose molto alterato che persino quei pagani dei saraceni avrebbero punito quella colpa decapitando il reo, tanto più dunque cose simili erano proibite nell’Ordine! Molay cercò di difendersi come meglio poteva, ma sapeva che in quel campo non reggeva il confronto con i dottori della legge, sentiva che quei giuristi non potevano capire i sentimenti e l’animo di un cavaliere, era impossibile che si rendessero conto del fatto che un uomo d’onore mai avrebbe potuto neppur minimamente tollerare un comportamento tanto infame come quello che si andava a rimproverare all’Ordine!
E’ emblematica una sua frase registrata: “Saprei bene come trattar Voi, se non foste ciò che siete”, che dice tutto. Il giorno dopo fu interrogato Ponsard de Gisy, (cui era affidata la casa madre dell’Ordine, Payens) che disse con enfasi: ”Abbiamo confessato sotto tortura!”. Riferì inoltre che a Parigi trentasei templari erano morti sotto tortura e molti in altri modi. Continuò il suo discorso dicendo: “Mi hanno legato le mani dietro la schiena in un modo tale che il sangue mi sprizzava fuori dalle unghie Poi così legato mi hanno gettato in un pozzo per circa un’ora”, come poi disse avrebbe preferito la morte che continuare a sopportare quei supplizi, aberrante!
Lo stesso giorno fu interrogato Aymon de Porbone che descrisse anche lui le torture alle quali fu sottoposto dagli aguzzini del Re per farlo confessare, gli versavano acqua in bocca con un imbuto, per intere settimane era stato lasciato a pane e acqua, dichiarò: “Non dirò nulla fintanto che mi si tiene in carcere”.
Importante è dire che i Templari continuavano a chiedere i sacramenti della Chiesa nonostante tutto! Addirittura gli studi che sono stati fatti nelle carceri dove vennero tenuti i Templari hanno rivelato la presenza di innumerevoli croci disegnate sulla malta. Una prova della grande venerazione che veniva tributata al segno della redenzione, anche in catene e dietro persecuzione.
Comunque l’accusa riuscì ad accumulare una serie di prove sulla colpevolezza dell’Ordine da presentare al Concilio di Vienne, in cui si doveva discutere sui Templari, organizzato dal Papa in tutta fretta… perché in tutta fretta? Ma è semplice, Filippo aveva raccolto abbastanza deposizioni e prove, ma anche le difese dall’estero si iniziavano a fare pesanti… è il caso di citarne qualcuna:
Dei Templari inglesi nessuno ammise le colpe, il Priore generale d’Inghilterra, William de la Moore, si rifiutò di ammettere ogni accusa, né lusinghe, né minacce lo indussero a cedere, morì in carcere. Questo anche perché i veri maestri della tortura erano i francesi…
Anche l’indagine condotta a Cipro è da esempio: nella centrale dell’Ordine erano rappresentati tutti i Paesi, c’erano 38 francesi, 4 inglesi, 2 tedeschi, 8 italiani e 7 aragonesi e tutti si dichiararono innocenti! Respinsero le accuse con indignazione e rifiutavano di credere al tradimento di Molay.
Anche tutti i membri dei Conventi di maggior reputazione, laici, religiosi autorevoli, addirittura oppositori politici dei Templari ciprioti proclamarono la piena innocenza dei Templari. Tra i testimoni più autorevoli c’era l’anziano Arcivescovo Roberto di Beirut che dichiarò: “Per 40 anni ho intrattenuto rapporti con i Templari, non saprei riferire nulla di male sul loro conto. Credo totalmente alla loro Fede nei Sacramenti, avendo assai spesso impartito loro la Comunione ho visto con quanta umiltà si avvicinavano all’altare”
In Germania l’Inchiesta ebbe lo stesso esito negativo, il Precettore della Germania meridionale, Friedrich di Savoia, assicurò d’aver vissuto al lungo col Gran Maestro e di non averlo mai visto compiere atti contrari alla morale. Molay era un buon Cristiano, il migliore che si poteva incontrare.
Queste deposizioni dall’estero fanno capire ancora di più l’innocenza dei Templari, liberi dagli aguzzini del Re di Francia poterono esprimersi liberamente e anche altre persone poterono esprimere liberamente il loro pensiero sui Templari: innocenti.
Il Papa però non tenne conto di queste affermazioni e deposizioni raccolte, anzi, reagiva con crescente irritazione, ordinò che gli interrogatori venissero ripetuti, se necessario intensificando la tortura!!!
Comunque dichiarare eretico l’Ordine era ormai impossibile, le ripercussioniper la Chiesa e per il Re di Francia sarebbero state DEVASTANTI! Il Papa allora ebbe l’idea (forse sotto consiglio di Nogaret, anzi, quasi sicuramente) illuminante di SOSPENDERE l’Ordine per via amministrativa,
Clemente come Papa ne aveva l’autorità. Un’affermazione del Papa (scritta) ci da le indicazioni importanti per capire questa sua […non trovo l’aggettivo…] decisione: “Se non si può abolire l’Ordine con una condanna, bisognerà allora sopprimerlo per via amministrativa, ché il nostro amato figlio, il Re di Francia, non ne abbia scandalo (ne scandalizatur carus filius noster rex Franciae)”.
Naufragata la possibilità di condannare l’Ordine, usò il Concilio di Vienne da lui organizzato per far valere i poteri burocratici che aveva, per “non recar danno al caro figliuolo il Re di Francia”, il poveretto poteva fare una brutta figura di fronte al mondo, quindi per salvargli la faccia bisognava annientare un intero Ordine… ma che ingiustizia!
Il 3 Aprile 1312 fu resa pubblica la Bolla “Vox in excelso” ed il Papa pronunciò le cruciali parole:
“In considerazione della cattiva reputazione che grava sui Templari, del sospetto e delle accuse che sussistono a loro carico; in considerazione della cerimonia segreta di ammissione in quest’Ordine, della condotta perversa e irreligiosa di molti suoi membri; in considerazione del giuramento di non
rivelare nulla a proposito della cerimonia d’ammissione, e di non uscire dall’Ordine; in considerazione dello scandalo, ormai non più sanabile (assurdo!); in considerazione dell’eresia a cui sono esposte la Fede e le anime, dei terribili misfatti commessi da un gran numero di membri dell’Ordine; in considerazione del fatto che Santa Romana Chiesa soppresse in passato, per motivi ben più lievi (adesso rivanga anche il passato!!! Esagerando un bel po’. Naturalmente sotto l’influsso di Filippo il Bello…) altri celebrati Ordini, Noi, non contravvenendo alle regole della Cavalleria e non senza intima sofferenza, non in virtù d’una sentenza giudiziaria ma ex autoritate apostolica, sopprimiamo l’Ordine suddetto con tutte le sue istituzioni”.
Quindi una della cause della soppressione dell’Ordine fu che se li avesse proclamati innocenti e ne avesse permesso la continuazione delle attività Filippo avrebbe fatto una brutta figura… per uno scandalo di un Re ingiusto andava sacrificato un intero Ordine … A questa Bolla ne fece subito seguito un’altra: “Ad providam Christi Vicarii” che concerneva la destinazione dei beni. Clemente assegnò ai Gerosolimitani le proprietà dell’Ordine dei Templari. Visto che ci si trovava in argomento però, i ministri di Filippo il Bello si fecero avanti e presentarono un conto assurdo ai Gerosolimitani per le spese sostenute per il mantenimento di Templari durante la reclusione. Dopo un po’ di contrattazioni i Gerosolimitani riuscirono ad abbassare il prezzo a un milione di lire torinesi che era una cifra assurda! Molto più alta del valore dei beni che i Gerosolimitani avevano incassato, tra cui castelli e terre, anche se quest’ultime furono prese soltanto per una piccola percentuale, il resto fu “saccheggiato” da re, principi e nobili. In pratica i Gerosolimitani uscirono molto impoveriti con questa donazione.
L’unico che amministrò in modo degno le proprietà dei Templari fu il Re Diniz del Portogallo. Il 5 maggio 1319 fondò l’Ordine di Cristo, cui assegnò intatte tutte le proprietà dei Templari che fino ad allora amministrò decentemente.
Comunque Clemente non poteva fondare un nuovo Ordine, anche perché Filippo, avido di potere e di denaro come era, avrebbe sicuramente chiesto di ricoprire la carica di Gran Maestro… già si faceva chiamare Vescovo di Francia, figuratevi un po’! Le decisioni del Papa per i Templari furono: coloro che erano stati giudicati innocenti dovevano esser mantenuti con i beni dell’Ordine e potevano vivere nelle loro case o in monasteri, purché non troppi nella medesima casa; coloro che non si erano pentiti o i recidivi andavano severamente puniti e coloro che nonostante le torture continuavano a non confessare dovevano essere giudicati secondo il diritto canonico; i fuggiaschi dovevano presentarsi alle autorità entro un anno.
Quindi l’Ordine fu soppresso, restava però il Processo ai singoli imputati di eresia e ai massimi esponenti dell’Ordine che continuavano a marcire in prigione. Neanche ora il Papa si fece avanti, almeno comparendo al Processo. Lasciò, come al solito, emettere la sentenza ad una commissione che avrebbe dovuto fare le sue veci. Ci si riunì di nuovo a Parigi. La Commissione (presieduta da Marigny…) rilesse nuovamente i capi d’accusa ai Cavalieri presenti che, torno a dire, erano quelli che coraggiosamente si erano presentati a Parigi per difendere l’Ordine. Questa volta non ci fu difesa, i Cavalieri vennero condannati al carcere a vita.
In questo frangente Molay disse una frase storica:
“Alla soglia della morte, dove anche la minima delle menzogne è fatale (si riferisce al rischio di non poter ascendere al Paradiso), confesso chiamando il cielo e la terra a testimoni, che ho commesso peccato gravissimo a danno mio e dei miei, e che mi sono reso colpevole della terribile morte, perché per salvarmi la vita e sfuggire ai troppi tormenti, e soprattutto allettato dalle parole lusinghiere del Re e del Papa, ho testimoniato contro me stesso e contro il mio Ordine. Ora invece, sebbene sappia quale destino mi attende, non voglio aggiungere altre menzogne a quelle già dette e, nel dichiarare che l’Ordine fu sempre ortodosso e mondo d’ogni macchia, rinuncio di buon grado alla vita”.
Con questo praticamente volle pagare a carissimo prezzo la sua “colpa” di aver riconosciuto inizialmente i capi d’accusa contro l’Ordine… sotto tortura però ricordo.
Fu un Martire della verità. Rinunciò alla vita, pur di dire la verità! Filippo non aspettò un momento, il 18 Maggio pronunciò la sentenza di morte e lo stesso giorno gli alti dignitari dell’Ordine furono bruciati vivi sull’isolotto di Pont Neuf, sella Senna, alle spalle di Notre Dame. Per lo spettacolo si radunò una folla sterminata.
Dai documenti che registrano le ultime parole del Gran Maestro si legge che l’ultima cosa che disse fu l’esortazione al boia di allentare un po’ le catene, per giungere le mani in preghiera.
Non credete quindi a chi dice che il Gran Maestro lanciò la maledizione su Filippo il Bello e Papa Clemente V. E’ una delle tante leggende nate dopo la soppressione dell’Ordine: Molay, da ottimo Cristiano, si guardava bene da non maledire nessuno e questa ipotetica maledizione carica d’odio mal si lega al fatto che chiese di allentare le catene per poter giungere la mani in preghiera… Molay non pensava alla vendetta in quel momento, ma soltanto alle sue colpe. Come ho detto dopo la morte del Gran Maestro sono nate un vespaio di leggende che di verità ne hanno ben poca, si dice per esempio che il mantello del Gran Maestro non venne consumato dalle fiamme durante il rogo, e questa è la meno strampalata che ho sentito.
Comunque ci furono molti accadimenti che alimentarono la leggenda della maledizione di Molay, casualità che però il popolo assegnò alla mano vendicatrice di Dio; anche perché era chiaro a tutti che il Processo fu una farsa e che la soppressione dell’Ordine era dovuta soltanto all’avidità del Re…. questo non lo dico io, ma si trova scritto in molti articoli dei cronistidell’epoca, tranne francesi naturalmente!
Fatto sta che Clemente V morì il 20 Aprile, Filippo il Bello lo seguì il 29 Novembre e poco dopo morì anche Nogaret in un incidente di caccia. Anche Dante parla di questa leggenda della maledizione di Molay: “Il gigante che delinque (la Francia ndFabio) […] Lì si vedrà il duol che sovra Senna / induce falseggiando la moneta / quel che morrà di colpo di cotenna (Nogaret ndFabio)” (Par., XIX, 118-120).
Trovò la morte anche un altro persecutore del Tempio: Enguerran de Marigny, fu impiccato l’anno seguente. In più si aprì per la Francia una lunga epoca di carestie, pestilenze (la mortenera, la peste del ‘300!), invasioni straniere (gli inglesi), guerre intestine (contro la Borgogna, alleata degli inglesi) che sembrarono spezzare sul nascere lo Stato accentratore, a cui Filippo aveva dedicato la vita e in nome del quale aveva perpetrato tanti crimini, primo fra tutti proprio la soppressione del Tempio. Il Beaussant (poi fu detto) comparve a fianco di Giovanna d’Arco all’inizio della sua missione redentrice, ma secondo altre teorie sarebbero stati segreti cavalieri Templari (alleati con gli inglesi contro la Francia) a far giungere nelle mani degli inglesi l’ispiratrice della riscossa dei Gigli d’oro (simbolo del sovrano di Francia).
Ecco, simili catastrofi e morti, legati all’ingiustizia del processo, non poterono che far nascere leggende sull’ipotetica maledizione dell’ultimo Gran Maestro.
E’ difficile calcolare l’entità dei danni religiosi e culturali causati dalla soppressione dell’Ordine; lo scandalo del processo, le confessioni dei Cavalieri (sotto tortura!), la debolezza del Papa, lo schieramento di un subdolo Re contro un Ordine Monastico, minarono le basi della società stessa, gli alti ideali Medioevali come la cavalleria, il senso dell’onore, la disciplina, il valore, la cortesia, la religiosità vennero messi in discussione.
Non fu cosa da poco! Anche la Francia avrebbe tratto più vantaggi dalla sopravvivenza dell’Ordine che dalla sua soppressione. L’esempio è il Portogallo: i Cavalieri di Cristo che avevano ricevuto tutto il patrimonio dei Templari portoghesi contribuirono non poco allo sviluppo del Paese, con le loro navi e i loro ideali, contribuendo alla nascita di una potenza marinara mondiale. La Francia aveva nei suoi confini molte province dell’Ordine assai più potenti di quelle del Portogallo! Si potevano per esempio sfruttare i Templari per porre fine alle scorribande dei Saraceni che rovinavano i traffici francesi con l’oriente (oddio! Sto pensando come il peggiore dei mercanti avidi di denaro e pronti a tutto!… quasi come quelli che iniziavano a comparire nel ‘400).
Il Re di Francia avrebbe dovuto anche ricordarsi che i suoi antenati dovevano la vita ai Templari! San Luigi e tutti i suoi crociati che sopravvissero al massacro, caddero in mano ai musulmani che chiesero un riscatto… chi lo pagò? La Francia? No, i Templari! Anche Luigi VII ed il suo esercito furono aiutati dai Templari, che li guidarono nelle zone impervie, inospitali, dove non conoscendo i sentieri giusti si poteva morire di sete, tornò molto utile l’esperienza dei Templari in fatto di guerriglia con i musulmani.
Filippo ed i suoi ministri si ingannavano quando pensavano che il Tempio valesse più della lealtà dell’Ordine! Il loro amore per la patria d’origine si riconosceva in ogni loro azione. Parlando molto meschinamente la Francia poteva sfruttare i Templari in modo molto più proficuo, come fecero i Re tedeschi con i Cavalieri Teutonici nelle conquiste ad Est e i Re Spagnoli contro i musulmani nella penisola iberica.
Alla luce di tutto questo penso che la Chiesa abbia il DOVERE morale di rivedere il processo e di riabilitare i Templari. Il processo fu un’ingiustizia ed era fin troppo chiaro che l’Ordine era innocente.
Una revisione è tutt’altro che impossibile! Il caso di Giovanna d’Arco può essere preso ad esempio: Giovanna confessò anche se non fu sottoposta a tortura (non che io voglia dire che fu colpevole di eresia, per l’amor del cielo!), la Francia chiese di ottenere la riabilitazione della propria eroina nazionale e l’ottenne! (sciovinismo a parte…). La Chiesa francese e il Sant’Uffizio (erede dell’Inquisizione), ma anche la Chiesa romana e gli Ordini di Malta e di Cristo dovrebbero avere interesse a lavare l’onta e riabilitare l’Ordine, abrogando la Bolla di Celestino V e annullando il Processo.
Pio VII abrogò il decreto di Clemente XIV e restaurò l’Ordine dei Gesuiti! Giovanni Paolo II potrebbe annullare l’ingiusto verdetto di Clemente V e revocare la proibizione di rifondare l’Ordine Templare, anche nell’interesse della Chiesa che ne uscirebbe sicuramente più popolare, perché aggiungerebbe un’opera di Giustizia alle già tante opere di carità e assistenza che svolge.